sabato 2 luglio 2011

Bugiarda no, reticente

Succede che una serata di inizio luglio, finalmente realizzo il sogno di vederla. E insomma, in realtà la vedo pochino, perchè lei sarà alta sì e no un metro e trenta, capelli suoi, inconfondibili, movimenti nervosi da teatro nelle vene, nel cuore e nella pancia, e una voce resa intermittente dalla malattia.
Le teste fra noi sono tante, tutte maledette nuche di gente dal metro e settanta in su, qualcuna che ciondola, qualcuna che si gira a drizzar le orecchie, qualcuna che si cala a baciare il suo amore. Io mi metto alta sulle punte, e quello che arraffo di questa donna, rantoli che portano sempre con sè strascichi di una professionalità intensa e di una intelligenza elegante, nitida, serena, nobile e ironica, è un tutt'uno con la mia emozione.
Mezz'ora e passa di intelligenza formato comicità.
L'ironia e l'autoironia come scudo e arma e carezza per il mondo.
Una eleganza un po' snob di chi ce l'ha nel dna, e gliela riconosci volentieri, di gusto, di sano rispetto e simpatia.

Sarò riuscita a captare forse sì e no cinque o sei battute, ma i suoi occhi li ho visti, la sua regale figura di donna violentata dalla malattia ma non dalla vecchiaia, la sua indistruttibile fame di palcoscenico come fame di vita, la sua piccola grande personcina che saluta commossa, mi hanno fatto venire i brividi, e lì lì per piangere c'ero pure io.

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