venerdì 29 aprile 2011

Perché, in fondo, siamo tutte Kate

Dopo settimane in cui mi sono lamentata ogni santo giorno dello spazio dedicato da qualsiasi media alle unghie di Kate, alle pieghe della divisa di William, al colore delle tovaglie, al numero degli invitati, alla razza dei cavalli a trainare le carrozze, stamattina sono caduta come una pera cotta nella trappola del Royal Wedding, con tanto di rabbiosi insulti a chi attentava alla conquista del telecomando. Capitolando quindi all’evento dell’anno, mi sono piazzata impigiamata a dovere davanti al dio televisore, dando il meglio di me nello zapping reale – con tanto di diretta su BBC, mica bruscolini - senza perdermi l’arrivo a Westminster di tutto il royal parentame, variamente agghindato. Tralascerò commenti sulla totale mancanza di senso estetico degli inglesi, che come sempre hanno toccato vette inarrivabili di brutture nello sfoggio di cappelli che, sfidando tutte le leggi, da quella della gravità a quella della decenza, andavano dal giavellotto in raso alla cancellata di taffetà, con tocchi di esotico con coloriti quanto fuori luogo piumaggi da cerimonia. Sorvolando inoltre sulla straordinaria e sempre crescente ammirazione che lo scapestrato Harry, il discolo di casa, sta conquistandosi nel mio cuore di good-girl-attracted-by-bad-boys, concentriamoci sulla vera protagonista del giorno: Kate.

giovedì 28 aprile 2011

Dormo dunque sono - Is this real life?

Il sonno è un amico da cui trovo giovamento fisico e spirituale, emotivo e spazio-temporale. Nei momenti in cui si dorme, infatti, si vivono i mondi che il nostro inconscio, abile disegnatore, ha schizzato nell’aria per noi, e come non mancano di dirci, suadenti, le pubblicità di creme e affini, si rigenerano anche le fatidiche cellule della pelle, oltre a bruciare senza sforzo una certa quantità di malefici grassi e maleducate calorie (ed ecco spiegati i 47 kg dal 1996).
Personalmente, che poi si dorma o no, quando le cose non vanno, io sono quella che si rifugia sotto una coperta, che è sempre stato il mio luogo preferito, talvolta trasfigurato sottoforma di cappuccio di felpa, talvolta, da piccola, di tavolo da sala da pranzo:  in ogni caso, mi trovo a mio agio sempre SOTTO qualcosa, nascosta, coperta, celata nello sguardo e allo sguardo. Sotto qualcosa mi sento al sicuro dal mondo, dagli occhi degli altri che chissà perché, dovrebbero sempre stare ad aspettarsi qualcosa da me che non so se sono in grado di dargli, ma anche al sicuro da me stessa, dal mio Io che mi aspetta per fare il bilancio della giornata, della storia, della vita.
Il sonno, quindi, per me è come una nonna buona che ti consola anche quando hai combinato una marachella e la mamma ti vuole punire: ti abbraccia quando sei sfinito dal pianto o anche solo da una corsa. Il sonno è però anche un seduttore che nei momenti meno opportuni mi ammalia e mi attira a sé, irresistibile, e addio socialità e fighitudine in compagnia: divento uno zombie e buonanotte, anche se sono le undici di sera e siamo al pub.

lunedì 25 aprile 2011

Un viaggio nel buio salvifico

Sorvolando sul fatto che lui è un figo assoluto, totale et indiscutibile, questi non sono un video e una canzone, ma un viaggio nel buio salvifico.

Paura e delirio a P.d.S.

Oggi avrei potuto finalmente approfittare di un'occasione attesa  -molto attesa- da tempo, e invece NON L'HO FATTO.


Vado in un angolo a meditare.

domenica 24 aprile 2011

Odio

E la solita cazzo di Smart che spunta quando credo di aver trovato un posto al parcheggio.

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi

Oggi si parla di chiodo scaccia chiodo, buonanotte alle buone intenzioni. In questi giorni di rotture pluriannuali e di nuove assurde copulo-affinità, ho avuto modo di riflettere sulle relazioni e sulle loro leve, virgole, viti, ingranaggi, trappole e botole segrete. Mi soffermerò sull’inizio, sull’uscio, sull’apertura del meraviglioso portone d’ingresso di un certo tipo di relazione (alla quale, eroina che non sono altro, non ho mai ceduto).
Dunque. Io sarò pure una persona esigente, sarò una persona dissociata, sarò una  mezza sega a dichiararmi, a staccarmi, a inventarmi, almeno quanto a capire cosa voglio e, cosa peggiore, a tenermelo, e sarò anche una gran bella codarda, mai negato, ma a me sto 80% di coppie mi puzza di chiodo scaccia chiodo. Sarò di certo affetta inoltre da pericolosa malattia per cui il mio uomo deve combattere (in alternativa, allevare) draghi, mulinare spade e gettare il mantello per me, ma mi domando come sia possibile.
Come è possibile che ste coppie si formino da amici messi vicini, capitati seduti a fianco una sera in pizzeria che un giorno si dicono, ok, mettiamoci insieme, punto; abbiamo molti elementi che mi fanno pensare che figliare con te potrebbe essere la deriva dei miei prossimi due o tre anni: abbiamo dalla nostra il fatto che mi sei simpatica, mi diverto a costruire con te le tende scout, ci vediamo già i venerdì sera insieme agli altri, effettivamente non mi fa ribrezzo guardarti, per cui ok, che ne dici? Dico ok.
MACCHECCAZZO. Io dico che siete dei coglioni.

sabato 23 aprile 2011

venerdì 22 aprile 2011

Un Moment e pronti per il cinema

Quando abbiamo mal di testa, un Moment e pronti per il cinema. Se ci tolgono un dente, l'Aulin di scorta ci viene incontro e ci strapazza di coccole. Siamo così abituati a usufruire delle nostre comodità, delle nostre altrui invenzioni, e dei nostri diritti (acquisiti), che quella di dover ringraziare qualcuno per tutto questo è una questione che neanche ci sognamo di porci.
E dato quindi che i compleanni sono giorni in cui ci premuriamo di farci regali scelti all'ultimo e mandarci banalissimi sms di auguri straripanti di punti esclamativi, nel giorno dei suoi 102 mi sembra il caso di doverle almeno un grazie.
Grazie a quel fagottino di ossa, lucidità e cervello cui sono particolarmente affezionata per meriti scientifici ed umani.

Stereotipi (= verità in pillole)

Quando una donna con gli occhiali incontra un uomo con il congiuntivo, la donna con gli occhiali è una donna in love.


(E se volete entrare in questo meraviglioso, misterioso mondo e scoprire cosa fanno le VERE ragazze-con-gli-occhiali nel tempo libero, date un occhio qui sotto).

La matematica delle cinque dita

La matematica delle cinque dita non è più per me.
Quando ci penso, mi si gonfia il petto, espiro forte forte, e sento di essere più grande, nel mio piccolo piccolo mondo fatto di cose che volevo e cose che credevo di volere.
Sarà ancora difficile, per la mia impostazione di logica-illogica-mezzo scienziata, ma la mezza parte di me fatta di solarità sta prendendo il sopravvento sulla lunarità, in questo miscuglio senza dosi da ricetta che mi ritrovo ad essere.  
Chi dice che il tempo non può cambiare le persone, non ha mai attraversato davvero quel cortile assolato e sporco che è la vita, limitandosi alle lusinghe di cartapesta dei pensieri su di essa.
E mi frega relativamente delle risposte che credevo di dover dare al mio specchio che, ho scoperto, non è lì per combattermi.
(Gioia sconosciuta, preziosa come una perlina sulla sabbia per i più).



mercoledì 20 aprile 2011

La notte succedono cose strane

Per tutti quelli che «I libri sono noiosi»

(Sospetto da sempre che di notte accadano cose di questo tipo nelle varie biblioteche, librerie, salotti, camerette di tutto il mondo)

martedì 19 aprile 2011

Del perché l’asimmetria porta alla felicità


La gente si attrae per miriadi di ragioni, poi mettiamoci pure di mezzo l’ormone guizzante di primavera, e la frittata è fatta. Quello che mi piace più di tutto è vedere certe coppie esteticamente spaiatissime percorrere chilometri di vita insieme, felici come api nel vasetto di miele millefiori o come una qualunque me in una stanza piena di roba vecchia (colgo l’occasione per ricordare che se avete bisogno, svuoto box cantine e garage, ndr).
Li vedi passeggiare senza altra ansia che quella di vivere, in un centro affollato di rayban su cui atterrano, spioventi, ciuffi più o meno masculi, a qualche centimetro da tshirt nerdy su spalle diciannovenni/ventitreenni/trentaduenni di gente che non solo si crede, ma anche si autodefinisce cool – usando proprio questa parola, ommioddio. Dicevo, li vedi passeggiare nella loro asimmetria di bellissimo + roito occhialato-capello unto da studentessa di facoltà scientifiche-abbigliamento color beige amorfo amorfissimo tristerrimo sempre e comunque non si sa perché-sguardo da triglia di allevamento o, al contrario, figa imperial al braccio di dente indisciplinato-scarpa d’anteguerra-andatura da orso Yoghi-sorriso ebete-sfiga impressa a fuoco in ogni gesto/sguardo/pensiero.
Beh, a me ste coppie fanno impazzire.
E’ come se la loro forza di coppia emanasse un grandissimo gesto dell’ombrello che, viaggiando a un centimetro dalla loro faccia, li precedesse come un araldo che annuncia il loro arrivo, pronto a imbattersi contro gli sguardi sbigottiti del resto di passeggianti della domenica i quali, iniziando a darsi di gomito e spifferandosi all’orecchio i vari “Ma hai visto quellaaa/o?? Ma come si faaa?”, inconsapevolmente finiscono per suicidarsi ingranando la quinta contro questo muro di felicità.

lunedì 18 aprile 2011

Sii onesto e sii spietato

Spero solo che tutto quell'intorno di pacche sulle spalle ed elogi al genio incompreso ti lascino lo spazio per capire chi lo fa per essere adesso sul tuo carro, e chi perchè del tuo carro se ne frega, e ci sarà anche quando sarai a piedi, pezzi di sogni a brandelli rimasti tra le mani, e il desiderio di non averci provato mai.


L'unica moneta valida in questo mondo in bancarotta è ciò che scambi con un altro quando sei uno sfigato.

martedì 12 aprile 2011

Rebus musicale (Bartezzaghi, perdonami)

Oggi ascoltavo una canzone all'apparenza leggera e senza pretese ma che contiene delle grosse gocce di Universale, perchè ci siamo dentro un po' tutti (ma di più la gente che mi capita d'incontrare in questi giorni, in cui forse le congiunture astrali dei Pesci soffrono di problemi intestinali).
Se non la indovinate in tre secondi tre, scoprirete con costernazione che voi stessi siete i soggetti esclusivi della canzone, e versando lacrime amare andrete a rifugiarvi in un angolo della vostra stanza, faccia al muro, s'intende.
(Un ringraziamento al signor Salvo di cui sotto).


Ora che vi siete guadagnati la soluzione, cliccate e facciamoci sta cantatina mentre vi date grosse pacche sulle spalle fingendo disinvoltura.

La verità si nasconde nei posti più impensabili

Il vestito di oggi.

domenica 10 aprile 2011

E ho le mani bianche, dicevamo #2

"Quindi nei prossimi giorni, non so, credi di poter andare a bere qualcosa al bar xxx?"
"Mah, non so. Se mi vedrai lì vuol dire che ci sono andata".

Autocomplimenti e autostandingovation per me, myself and I.


(La voce extradiegetica tiene a precisare che trattasi di risposta in gran parte giacente sulle spalle dello sprovveduto giovine, insieme al suo golfino di cotone adagiato su clavicole strette a reggere testa inutile, ndr)

E ho le mani bianche, dicevamo

"Cosa fai nel tuo tempo libero?"
"Di solito passo le mie giornate a odiare il mondo"
"Ah"

Perchè io ascolto musica come questa, quindi vedi un po' tu.