giovedì 28 aprile 2011

Dormo dunque sono - Is this real life?

Il sonno è un amico da cui trovo giovamento fisico e spirituale, emotivo e spazio-temporale. Nei momenti in cui si dorme, infatti, si vivono i mondi che il nostro inconscio, abile disegnatore, ha schizzato nell’aria per noi, e come non mancano di dirci, suadenti, le pubblicità di creme e affini, si rigenerano anche le fatidiche cellule della pelle, oltre a bruciare senza sforzo una certa quantità di malefici grassi e maleducate calorie (ed ecco spiegati i 47 kg dal 1996).
Personalmente, che poi si dorma o no, quando le cose non vanno, io sono quella che si rifugia sotto una coperta, che è sempre stato il mio luogo preferito, talvolta trasfigurato sottoforma di cappuccio di felpa, talvolta, da piccola, di tavolo da sala da pranzo:  in ogni caso, mi trovo a mio agio sempre SOTTO qualcosa, nascosta, coperta, celata nello sguardo e allo sguardo. Sotto qualcosa mi sento al sicuro dal mondo, dagli occhi degli altri che chissà perché, dovrebbero sempre stare ad aspettarsi qualcosa da me che non so se sono in grado di dargli, ma anche al sicuro da me stessa, dal mio Io che mi aspetta per fare il bilancio della giornata, della storia, della vita.
Il sonno, quindi, per me è come una nonna buona che ti consola anche quando hai combinato una marachella e la mamma ti vuole punire: ti abbraccia quando sei sfinito dal pianto o anche solo da una corsa. Il sonno è però anche un seduttore che nei momenti meno opportuni mi ammalia e mi attira a sé, irresistibile, e addio socialità e fighitudine in compagnia: divento uno zombie e buonanotte, anche se sono le undici di sera e siamo al pub.
Allo stesso modo, pago col sonno (mancato) le pene d'amore, le preoccupazioni, le arrabbiature e le tristezze colossali, rigirandomi tra le braccia del famoso signor Morfeo, che ben si guarda dal permettermi di lasciarmi andare a lui.
Nel dormire si prova quel piacere sensuale dello stare soli con se stessi, nel poter finalmente abbandonare le armi stando in compagnia di qualcuno - noi stessi - che non è lì per metterci in difficoltà, e a cui non dobbiamo spiegazioni. Una delle cose che trovo in assoluto più difficili, infatti, è permettere a qualcuno di vedermi mentre dormo, che è come farsi vedere nudi: la vulnerabilità nelle nostre membra, abbandonate e facili da colpire, e nessuno scudo per nascondersi. Un uomo che si lasci vegliare mentre dorme tra le mie braccia è un ti amo detto coi fatti: mi fido di te è la cosa più bella che due occhi chiusi possano dirmi.
Detto questo, credo quindi di aver spiegato esaustivamente la mia passione per il dormire, al quale, in cima ai miei interessi, viene dalla sottoscritta tributato un culto rigorosamente rispettato con sessioni di sonno da 9/10 ore per notte e sonnellini in ogni lago in ogni luogo (ferma restante la conditio sine qua non dell’invisibilità). Dato quindi il peso che questa attività ricopre nella mia vita, mi sembrava quantomeno doveroso dedicarle un post, pur con delle deviazioni di psicologia spiccia non originariamente previste né preventivate. Concludo quindi questa meravigliosa panoramica con pratica dimostrazione degli effetti sulla me medesima di un risveglio prematuro rispetto alle consuete ore di sonno che, se non somministrate con puntualità e rigore, e, non sia mai, interrotte improvvisamente, mi portano a reagire più o meno così:

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