domenica 28 agosto 2011

Stavolta la mira l'aveva presa bene


Loro due sono due parti di un intero, due mezzi che fanno uno, due due che fanno quattro, due uno che fanno due, insomma, due pezzi che si completano e formano un bel numero. Marco è di quelli che portano in giro per il mondo uno sguardo intelligente, dolce e indagatore, di quelli che quando si soffermano su di te ti viene da sederti meglio sulla sedia, dritto, chè ti senti sotto osservazione, tiri un po' giù l'orlo della gonna, oddio, avrò qualcosa che non va, un po' come quando in classe avevi appena passato un bigliettino e dovevi sostenere quel paio di occhi che si sporgevano dalle lenti, e prima di riabbassarsi sul registro passava un'eternità. Colto e interessato alle cose che ama, che staresti ad ascoltarlo per ore, anche solo per vederlo cercare le parole giuste per raccontarti una storia, mentre ti offre una grappa distillata con non so che erba di montagna. Alessia è un piccolo vulcano di dolcezza non sdolcinata, di insicurezze, di occhi che sorridono, di intelligenza che affiora sempre sempre abbracciata a una grandissima sensibilità. E' divertente e per nulla snob, la vita non le ha fatto mancare quella bella dose di ingiuste sofferenze, ma lei sorride in un modo autentico, di pancia, che ti senti accolto dalle sue risate, e vale molto più di quello che lei crede, altra vittima di immotivata insicurezza.
Marco e Alessia si sono conosciuti all'università, studiavano cose diverse, e chiaramente lei non lo poteva sopportare. Quando li ho visti, oggi, in quel loro pezzo di mondo che sembrava uscito da uno dei miei sogni (verde a perdifiato, monti e pietre, vento e medioevo e case vecchie e esplosioni di fiori e acero noce cipresso frutti sui rami e giù ancora verde e l'altalena, uh, l'altalena), mi sa che sulla panca lì con noi c'era seduto anche quel semidio nudo amico di Pollon, e magari si faceva i cazzi suoi, ma stavolta la mira l'aveva presa bene e si gustava anche lui il risultato del suo ottimo lavoro.
E ricordo ancora le chiacchiere di me e lei, in ufficio: chè ci sono momenti in cui non lo so, le litigate sono furibonde, e siamo davvero diversi, e fatico a far capire tutto questo agli altri e penso che forse sono pazza io, e lui è orso orsissimo e non so se mi lascerà entrare nel suo mondo, lui dice di sì, ma io non vorei sentirmi ospite e però non lo so spiegare, sento che con lui sono a casa, e vivo. E poi c'è stato il velo e lei era bellissima e senza gli occhiali, e lui imbarazzatissimo, un bambino frastornato dalla baraonda in un vestito importante, e i loro progetti di qualcosa di lontano, di loro, di diverso, di rischioso, di coraggioso. E infine l'inaugurazione del loro agriturismo azienda dove zappano e tagliano e seminano e si asciugano il sudore e lei guarda lui che si è messo a farle la macedonia perchè lei non ha mangiato, e allora io sono tanto felice per voi, ecco.  

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