Poi ci mettiamo a fare la cosa più sbagliata del mondo, ovvero crescere, e lì la paura entra nelle tasche delle nostre gonne a pantalone che la mamma ci faceva fare dalla sarta, ma che abbiamo sempre odiato odiatissimo odiatissimissimo, e lì ci restano, a pochi cm dalla nostra pelle. E la paura era solo una taglia più piccola di quella che poi ci avrebbe accompagnato nei teen e negli enti, pure negli enta e se tutto va bene anche negli anta, mi sa. E la storia è sempre la stessa. Paura di deludere, di non saper essere felici, di non capire quando si è felici, di essere felici soli, di dimenticarsi di essere felici, di sognare sogni sbagliati, di non avere più tempo, di essere onesti, di aver aperto la porta sbagliata, di farci sfuggire le parole e le mosse giuste, di vedere gli occhi di chi soffre, di non capire quando è il momento di agire, di non capire quando è il momento di tacere, di rinuncare troppo presto, di insistere troppo, di dirci la verità cattiva, di lasciare tutto quello che abbiamo, di ammettere, di varcare confini, di non riuscirci ancora una volta, di non sapersi spiegare, di non arrivare lì in fondo, di affidarci, di capire male, di rinunciare alle sfide, di perdere le sfide, di combattere il destino, di morire, di avere sempre voglia di sparire, di mancare di appoggi, di non essere abbastanza. DI NON ESSERE ABBASTANZA.
(e questa, che non l'ho mai considerata più di tanto, ma che invece mi fa proprio pensare parecchio, mannaggiaallei)
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