giovedì 30 giugno 2011

La pezza sono io, ma che vergogna

Gli amici maschi sono una categoria interessante, che mi dà sempre grandi soddisfazioni, sociologicamente parlando. Il vantaggio di averceli accanto, in maniera intermittente e sciabattante come solo gli uomini, è la prospettiva sul mondo che ti permettono di sperimentare, come se fossero lo sgabello su cui puoi salire e guardare le cose da lassù (e si tratta di qualche cm, ma provate a guardare le cose a qualche cm da terra, e poi ne riparliamo).
Dovessi definirli, direi che sono come guide di un museo che ti accompagnano in un giro turistico in quelle sale zeppe di quadri vari e variegati che sono la loro visione della vita, riservando le loro uscite migliori davanti a quelle opere afferenti alla categoria "rapporti sentimentali". La loro capacità di analisi in questi casi può sembrare, a una prima occhiata, ottusa, inaccurata e totalmente superficiale, ma effettivamente, non dobbiamo MAI scordare che sono maschi. La visuale che si portano appresso è uno zoom il cui calibro è rimasto invariato dai tempi in cui i loro antenati oranghi, di cui conservano attitudini e stili di vita, ci misero mano. E questa mica è una critica, ma una ammirata incredula (ri)scoperta della prima pelle delle cose, della loro disarmante, non eludibile e ovvia semplicità; cosa che noi femmine, astigmatiche come talpe, non solo avevamo perso di vista, ma molto spesso manco sapevamo esistesse. E, lungi dall'essere una femminista incazzosa, mi diverte parecchio sentire la loro versione di quelle stesse storie che noi donnicciole, d'abitudine, squartiamo, spezzettiamo, sezioniamo, analizziamo, guardiamo in controluce, per poi ricucire con fili dei colori che piacciono a noi, un po' anche per far quadrare le cose secondo il nostro tamburello.
Quello che ho capito io è che, nella loro disarmante semplicità, gli uomini guardano e recepiscono. Desiderano e prendono. Si stufano e cambiano. Si divertono e vivono. Il tutto seguendo istinto, prime impressioni, e consigli del loro sempre fedele e inossidabile amico residente in zona boxer. Queste cose, mie care signore, ce le dobbiamo mettere in testa, e anche nella borsetta, magari al posto di Cosmopolitan. E mica per capirli meglio, ma anche solo per imparare a vivere noi pure come si deve.

Sono quindi fermamente convinta che lo stato dovrebbe passare, per legge, un amico maschio per ciascuna donna, chè il servizio in grado di garantire è di portata civica, medica e sociale affatto trascurabile: un po' come avere i buoni per una seduta psichiatrica, un bianconiglio per il Paese Dei Semplici, un divertimento autentico senza paranoie, un telescopio puntato da una terra lontana su tutte quelle assurdità targate cromosoma X.

(e questo video c'entra ma non c'entra una cippa, ma mi piace e ci sarà modo di affrontare anche l'annosa questione, a suo tempo. se ne avrò un giorno voglia.)


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