martedì 7 giugno 2011

Vogliamo Truman a Voyager

Pensavo.
A quanto parziale sia la nostra visione di ciò che ci circonda, che ci accade, che ci cambia, che interferisce con noi, in ogni istante della nostra vita. Che siamo anche CHI incontriamo, lo sapevano già le nonne delle nostre nonne, che in un giorno illuminato comunicarono al mondo che chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Ma, storpi a parte, ragionavo oggi sull'incidenza delle sfere altrui sulla nostra bella bolla, dentro la quale noi tutti viaggiamo, qui sulla terra, in attesa di redenzione, di etterno dolore o semplicemente del weekend.
E quindi. Poichè ritengo che noi tutti, esseri umani, non siamo altro che magnifici (sul magnifici si può discuterne, ne convengo) prismi che vengono illuminati ora in una delle proprie facce, ora in un'altra, a seconda di chi ci accende l'una o l'altra (e se ci si pensa è una cosa pericolosa, potenzialmente infinita e fantastica, a mio illustre parere), insomma, mi sono illuminata a ragionare sulla cascata di conseguenze che da ciò deriva. Risparmiandovi l'elenco esaltante, condivido con voi solo una riflessione legata a tutto ciò, che riguarda il modo in cui, a seconda di persone, situazioni e contingenze, interpretiamo il mondo.
Insomma, tutta sta pappardella per parlare dei SEGNI.
Quante volte vi è capitato di affermare, illuminati in volto, sopracciglie a ogivale, bocca a culo di gallina "Ma questo è un segno!"? Di solito la cosa si verifica in relazione alla persona amata (prima fase di innamoramento), con cui si riscontrano insospettabili elementi in comune, istantaneamente etichettati come "segni".
- Sei al supermeracto e suonano la canzone del vostro primo incontro, avvenuto (banalmente) in un bar. All'istante scatta la sirena del "segno" (poco importa che quella sia la numero 1 di Bill Board Magazine, in rotazione fissa su tutte le radio nazionali e non).
- Parli con lei e scopri che ama il sushi, proprio come te! Altro segno! (Indice di originalità di entrambi, peraltro).

- Lei adora i manga e sogna di andare in Giappone. Altro segno! Tu non hai mai perso una puntata di Lady Oscar! (Strano, sei nato nel 1980).
- Scoprite che a maggio del 2009 eravate entrambi in vacanza a Barcellona, e avete visitato enrambi il Parc Guell! Segno artistico!! (vale doppio...)
E insomma, avanti di questo passo. Pensavo quindi, perchè, quando poi la cosa finisce (perchè finisce, fidatevi), quelli che prima erano INEQUIVOCABILI segnali della volontà divina alla realizzazione del vostro incontro e conseguente accoppiamento, di colpo, ammantandosi del mantello lugubre del dubbio, incantesimizzati dallo stesso si trasformano di botto in COINCIDENZE? E ancora: siamo davvero così rincoglioniti, quando ci innamoriamo (che sia di una persona o di un'idea) da distorcere le nostra visione delle cose, a nostro favore? (la psicologia cognitiva mi ha già dato qualche risposta, ma mi piace proclamare a gran voce, passeggiando con mani raccolte dietro la schiena, i miei dubbi). O che invece ci sia una crepa nella nostra bolla di esseri semicoscienti, mai onniscenti, spesso inconcludenti, che ci faccia entrare in contatto con un'altra ipotetica dimensione in grado di inviarci qualche luminoso e illuminante segnale (mio mentore Truman, sulla scala, alla sommità del cielo: una porta)? Puntodidomanda?
La cosa bella, o brutta, è che non sapremo mai se quelli erano davvero segni: se il destino, il fato, il padreterno, gli antichi Egizi, la Dea Berta, Pdor figlio di Kmer, gli ufo, un Templare dislessico, i cani di razza carlina o Ehecatl, in momenti di bontà insperata, si sprechino a mandarci annunci di questo genere, o se siano solo asettiche e inconsapevolmente ironiche rappresentazioni della casualità.
Io, chiamatemi scema, ci voglio credere.
(Nel dubbio, chiediamo a lui:


)

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