mercoledì 2 febbraio 2011

Candelora VS Il Giorno della Marmotta

In Pennsylvania evidentemente non hanno molto da fare. Gli piace fare cose buffe con vestiti buffi, coinvolgendo animali buffi. Possibilmente animali da pelliccia. Per la cronaca oggi, per gli sprovveduti che, forse nati dopo gli anni 80, non avessero visto in una delle mattine a casa da scuola perchè influenzati il capolavoro con Bill Murray, è il famosissimo Giorno della Marmotta. Il che significa che un bel po' di gente si è radunata sotto un palco sul quale uomini vestiti con copricapi che avrebbero potuto essere all'avanguardia 100 anni fa, guardano una marmotta mentre, semplicemente, sta. Sta che? Sta, punto. A quanto pare uno tra gli eletti con tuba e occhialetti tondi la guarda sul muso e, solo lui, capisce se lei ha visto o meno la sua ombra.
A quanto ho capito dallo studio delle Regole Auliche del Groundhog Day, se Punxsutawney Phil (la marmottona), vede la sua ombra, significa che l'inverno durerà altre sei settimane, in caso contrario, via libera a braghe corte e infradito. Ora, la questione non è tanto cosa abbia visto o non visto il topastro - per la cronaca, prospetta una primavera imminente - ma cosa spinga centinaia di persone ad abbandonare caldi e accoglienti giacigli per trascinarsi all'alba sotto il palco in questione, magari con una manciata di gradi sottozero e la neve ai lati della strada. Gente strana, gli americani.
Noi almeno, che siamo un paese di svogliati ma furbastri, il 2 febbraio lo abbiamo chiamato la Candelora, che, senza dover ricorrere a marmotte o scoiattoli andini, dalle mie parti ci ammonisce che:

quando riva ea Candelora
dell'inverno semo fora
ma se piove o tira vento
nell'inverno semo drento

Mettendo fine a un match che probabilmente è solo nella mia mente (dove un esercito di marmotte, uscite all'unisono da buchi nella terra sparsi qua e là, attaccando inanimate MA ACCESE candele, strategicamente posizionate nottetempo), sono felice di comunicare che Candelora e Phil quest'anno sono d'accordo, nel prevedere una primavera a grandi falcate. Io non posso che rallegrarmi di tale profezia, ma sto all'erta.
Intanto sono già preoccupata per la sveglia di domani: se si ripete l'oggi, mi tocca riscrivere di marmotte e passare per pazza un'altra volta.
Non che la cosa mi dispiaccia, in realtà.

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