sabato 3 settembre 2011

Condizionali, passerelle e All Star


Se non siete la Bellucci (e non lo siete, altrimenti ora sareste a Venezia alla mostra del cinema) o la Kate Moss (e non lo siete, altrimenti ora stareste in una stanza buia a chiedervi come avete fatto a stare con quel cesso di Pete Doherty), beh, se non siete nessuna di quelle bellezze da passerella, e su una passerella non siete mai salite, non fatevi mai venire la bella idea di accettare un lavoro come vestieriste o giù di lì. Ora, se malauguratamente doveste accettare, vi prego di farlo almeno in compagnia di amiche, così da rendere l'esperienza per lo meno condivisibile in termini di commenti e consolazioni che, ve lo assicuro, non mancherebbero e non dovrebbero mancare.
Se voi aveste accettato questo lavoro, mettiamo per assurdo, avreste innanzitutto visto cosa succede dietro le quinte di una sfilata, e sareste rimaste decisamente scioccate dal CASINO che vi regna. Avreste visto arrivare queste DEE già truccate e pettinate da DEE, mentre voi con la vostra tshirt dei Penuts e le fide All Star vi sareste istintivamente mezzo nascoste dentro i porta abiti, giusto per mimetizzarvi con il gazebo e distrarre l'autostima già piangente. Poi avreste visto che le DEE si spogliano di fronte ad altre dee, di fronte ad estranei, di fronte a specchi, di fronte a grucce vuote e a tecnici luci come dentro la doccia di casa propria, e la cosa vi avrebbe potuto causare ulteriore senso di umilizaione, considerando il vostro senso del pudore che vi tiene per mano anche quando avete davvero voglia di spogliarvi, con UNA e QUELLA SOLA persona IMPORTANTE lì con voi. Come siete infantili, cazzo.
Insomma, se foste state lì in mezzo, a seguire la vostra modella - bella bellissima ma proprio - una biondaocchiazzurrimagrissimaabbronzata - appena arrivata le avreste detto "sei troppo alta" guardandola dal basso delle vostre suole rasoterra, mentre lei si accorgerebbe a malapena di voi dai suoi tacchi 15 (ma anche da scalza). Probabilmente avreste la fortuna di vedervi capitare una DEA simpatica, che vi chiederebbe un fazzoletto ad ogni uscita perchè sarebbe sudatissima (si morirebbe di caldo) e si arrangerebbe abbastanza ad abbottonarsi pellicce e cappotti, a differenza della sua collega "Demonio" (amiche colleghe vestieriste raccomando, ricordo), bianca cadaverica, faccia amichevole come uno a cui stanno mettendo una multa, iphone rosa e ho detto tutto, che se ti guarda probabilmente muori all'istante.
Poi se aveste una deformazione per la quale vi mettete sempre a ragionare sulle vite della gente, probabilmente iniziereste a costruirvi nella vostra mente storie sulle vite delle varie DEE, cercando di immaginare come potrebbero essere nella loro quotidianità, e decidereste che diverse di loro sarebbero probabilmente studentesse che di solito vestono come voi, ma forse anche no.
E niente, se foste state impegnate a preparare il vestito per ogni uscita, e spogliare la vostra DEA che, sudata come una giraffa della savana, non riuscirebbe a togliersi i vestiti, e vi toccasse di tirarglieli via facendo leva e togliendole anche il primo strato di pelle e vedervi schifate al dover toccare tutta quella pelle bella, per carità, ma SUDATISSIMA cheschifo- che allora, cazzo, sono umane anche loro!! - insomma, ecco, ripensereste  A RIBASSO all'ammirazione per questa categoria.
Quando aveste un minuto di tempo tra un cambio frenetico e l'altro, vi potrebbe anche capitare di accorgervi che nell'ambaradan di truccatori, parrucchieri, vestieriste, gente che non si sa cosa faccia lì in mezzo, proprietari di atelier, proprietari di negozi, direttrice di serata con cartelletta e auricolare, ci fossero anche un paio di modelli maschi, e vederli circolare nel piccolo backstage alla ricerca dei pantaloni, mentre vi si piazzerebbero davanti in slip e vi sbatterebbero in faccia petti scolpiti e una faccia niente male. In quel momento potreste comprensibilmente pensare che in effetti non sarebbe stata una cattiva idea accettare questo lavoro, e l'illuminazione del perchè molta gente del mondo della moda sia gay scenderebbe su di voi come lo spirito santo, inondando per un sette secondi l'intero backstage di luce bianca ed effluvi d'incenso, mentre campane suonano a festa e voi iniziate a levitare.

Mentre, tornate alla realtà dell'ennesimo cambio abito, vi chiedereste in che mondo vi trovate, potreste essere prese anche da uno strano imbarazzo mentre la vostra DEA (come tutte le altre, d'altrone), si toglierebbe il 99% dei vestiti e se ne starebbe lì con disinvoltura, nuda quasi del tutto, aspettando che quelli dei vestiti da sposa la coprissero con chilometri di taffetà, chili di raso, nuvole di velo. E sì, sarebbe proprio imbarazzo, mentre indugereste un attimo in più sui loro corpi perfetti, ma che poi, TRA L'ALTRO,  le dovreste guardare, se volete vestirle, ma sareste così sciocche che vi sembrerebbe di violare la loro intimità, e vi sentitreste fuori posto e imbarazzate per loro, e cerchereste di portare il vostro sguardo altrove, ma sareste circondate da ragazze bellissime mezze nude OVUNQUE, che infine ci fareste anche l'abitudine, e allora vi ricordereste che non c'è niente di sconveniente, e che loro, in definitiva, in quel momento sono corpi. E nell'essere solo corpi non ci sarebbe niente di sconveniente, in quelle circostanze. (Non essere abituati alla Bellezza senza celebrazione non so se sia un bene o un male. Ho però il sospetto che a passarla così, senza morigeratezza, se ne perda il valore. Ma questa è un'altra storia).
Quando finirebbe la serata e la vostra modella che vi sarebbe sembrata anche simpatica all'inizio e a cui avreste elargito mezzo pacchetto di Tempo, e di cui avreste raccolto i vestiti zeppi di sudore, manco vi saluterebbe quando foste per andare via, sareste contente di avere portato con voi amiche e sorelle, per sghignazzare sulla strada del ritorno, tra commenti tipicamente femminili "io ho visto cellulite", "sì, la mia aveva le smagliature", "beh, ma non vi sembravano troppo magre alcune??" "la mia era proprio una stronza" e un gelato per ribadire le cose che contano. Ovviamente solo dopo aver provato l'ebbrezza, in silenzio e sentendovi un poco REGINE, della scalinata regale a luci spente, ancora agghindata a festa, calpestata con allegria da un paio di All Star irriverenti.

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